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Abuso sessuale. Intervento del Garante dell'Emilia-Romagna

Abuso sessuale. Intervento del Garante dell'Emilia-Romagna

Negli ultimi tempi la stampa ci ha abituati a titoli e articoli che danno notizia di sempre più frequenti (o, forse, solo più noti) fenomeni di abuso sessuale a danno di minori. Siano essi familiari o extrafamiliari, si tratta di un'esperienza tragica, che ha ripercussioni su ogni aspetto della vita dei bambini e degli adolescenti coinvolti. Un'esperienza che, se non è possibile prevenire, occorre gestire e tutelare non perdendo mai di vista il superiore interesse del minore. Un obiettivo che deve essere comune al sistema dei servizi e al sistema giudiziario, due mondi che per tutelare un minore vittima di abuso sessuale devono tendere verso un sistema di protezione globale.

Avvocati, magistrati, psicologi, psichiatri, criminologi, medici legali, assistenti sociali: sono queste le figure che nei casi di minori vittime di abuso sessuale sono chiamate a scegliere e che devono scegliere valutando le specifiche esigenze di protezione del bambino e dell'adolescente coinvolto.

L’abuso sessuale nei confronti di una persona minorenne fa parte di quel più vasto, doloroso e diffuso fenomeno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiama genericamente maltrattamento. E’ dunque una delle forme in cui il maltrattamento può verificarsi, e nella sua gravità non deve far dimenticare le altre.

Sono state 1.893 le situazioni che hanno coinvolto bambini e adolescenti gestite dal 114 Emergenza infanzia nel periodo compreso tra il 1° ottobre 2011 e il 31 dicembre 2012. 83 i casi di abuso sessuale segnalati al servizio e l'Emilia Romagna risulta tra le quattro regioni maggiormente coinvolte assieme a Lazio, Lombardia e Campania.

In applicazione delle Linee di indirizzo regionali per l’accoglienza e la cura di bambini e adolescenti vittime di maltrattamento e abuso sono stati pubblicati i due primi documenti operativi specifici: i quaderni del professionista. Il primo raccoglie le raccomandazioni per una valutazione clinica e medico legale del minore vittima di un sospetto maltrattamento o abuso, fin dal suo ingresso al pronto soccorso. Il secondo quaderno è invece dedicato alle raccomandazioni “evidence based” utili per analizzare le molteplici cause di fratture in bambini anche piccolissimi da porre in diagnosi differenziale.

Il Garante per l'infanzia e l'adolescenza dell'Emilia e Romagna, Luigi Fadiga, interviene sul caso della 14enne costretta a prostituirsi a Reggio Emilia.

“Poche settimane fa, leggendo sui giornali della quattordicenne reggiana che sarebbe stata costretta a prostituirsi dalla madre, aveva ipotizzato uno “scenario inquietante” qualora fossero arrivate conferme. La vicenda aveva infatti spinto il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Luigi Fadiga, ad attivarsi d’ufficio, chiedendo urgentemente informazioni ai servizi territoriali della Val d’Enza e ogni altra, consentita, agli organi inquirenti. I dati sono arrivati, e dicono che oltre a quello della ragazzina quattordicenne, altri nove casi di abusi sessuali intra-familiari su minori sono stati oggetto di “doverosa e tempestiva” segnalazione all’Autorità giudiziaria da parte del medesimo Servizio sociale territoriale, e in tutti sono state decise misure di protezione sempre dall’Autorità giudiziaria.

Dieci casi, dunque, dieci fascicoli aperti dagli inquirenti e dieci situazioni di non facile gestione per i servizi sociali. Casi nati in un contesto sociale ed economico difficile, dove i rapporti familiari paiono sfilacciarsi, anche di fronte a precarietà e instabilità. Detto che spetta agli organi inquirenti accertare le responsabilità penali, è sul contesto in cui tali situazioni sono sorte che ora ci si deve concentrare: “Bisogna comprenderne le cause- afferma Fadiga-, nei limiti delle attribuzioni affidate all’Ufficio del Garante, continuerò a seguire con la massima attenzione il fenomeno considerato nella sua globalità, riservandomi di sollecitare interventi di pari livello diretti, lo ripeto, a capire le motivazioni di quanto sta succedendo”. E forse qualcosa si può già fare, se non altro per permettere una gestione efficace della situazione: “È stata rilevata la carenza sul territorio delle équipe specialistiche di secondo livello previste all’articolo 18 della legge regionale numero 14 del 28 luglio 2008- sottolinea il Garante- e su questo mi riservo di effettuare le segnalazioni e le raccomandazioni del caso agli organi regionali e locali competenti”.

“Sono preoccupato per le frequenti violazioni dell’articolo 16 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo nonché delle norme della Carta di Treviso poste in essere da organi di stampa che pubblicano articoli dai quali è possibile identificare le vittime- denuncia Fadiga- e anche informazioni riservate, come i diari di una delle ragazze coinvolte. Mi riservo di segnalare il fatto agli Ordini professionali, sollecitando l’intervento anche a livello disciplinare ove ne ricorrano i presupposti”. Inoltre, “chiederò al Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, di controllare se vi siano analoghe violazioni da parte delle emittenti televisive locali. Ribadisco la raccomandazione a tutti gli organi inquirenti, all’avvocatura ed alle Forze dell’ordine incaricate delle indagini, di proteggere al massimo l’anonimato e la non riconoscibilità delle vittime minorenni”.

http://www.assemblea.emr.it/garanti/attivita-e-servizi/infanzia/comunicati-garante-infanzia/comunicatodettaglio_view?codComunicato=60718


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