IL PASTICCIO DEL CAM DI MILANO: UN ISTITUTO CAMUFFATTO DA COMUNITA’ EDUCATIVA CHE COSTA TROPPO MENTR
In Lombardia si sta consumando un brutto pasticcio le cui conseguenze rischiano di ricadere sui più piccoli. La Provincia di Milano ha gestito fino a oggi il Cam (Centro Assistenza Minori), una struttura che ospita attualmente 19 minori (di età da 0 a 6 anni) ivi inseriti con provvedimento del Tribunale per i minorenni competente. Si tratta, insomma, di un istituto camuffato da comunità educativa, visto che il numero dei minori accolti è superiore ai 12 previsti dalle legge per queste ultime. I bambini sono, infatti, distribuiti in 4 piccole comunità accorpate nello stesso complesso abitativo. Tutto questo, nonostante la legge 149/2001 avesse previsto per il 31 dicembre 2006 la chiusura di tutti gli istituti per minori in Italia. Le istituzioni, constatati solo oggi gli altissimi costi di gestione (3,5 milioni di Euro per l’accoglienza di 19 bambini accuditi da 40 operatori), non se ne vogliono assumere la responsabilità; di ieri l’intervento dell’on. Brambilla che per garantire la sopravvivenza del centro presenterà addirittura un emendamento in finanziaria in cui verranno chiesti 2 milioni di Euro a integrazione della parte a carico dei Comuni di residenza dei bimbi. Queste stesse istituzioni, al contempo, però, non prendono in considerazione la disponibilità di decine di famiglie pronte ad accogliere tanti bambini in difficoltà. Il problema in questione non dovrebbe essere garantire la sopravvivenza di questa struttura, ma assicurare un’alternativa più rispondente alle reali esigenze affettive dei bambini, che sono tanto più grandi quanto minore è l'età di questi piccoli. Senza mettere in discussione la dedizione, la professionalità e la competenza del personale che vi opera, ribadiamo che le esigenze affettive di bambini così piccoli possono trovare un'adeguata risposta solo da un rapporto affettivo e di accudimento personalizzato, stabile e continuo che solo una famiglia può dare e che una struttura comunitaria con personale turnante, anche se altamente competente, non può per sua stessa natura offrire. La professionalità di questi operatori potrebbe più correttamente essere convertita in altri compiti educativi, ad esempio quale sostegno al compito educativo alle famiglie. Il Cam, infatti, ospita al momento solo minori tra gli 0 e i 6 anni. Una fascia d’età che non dovrebbe trovarsi neppure in comunità educativa. La legge stessa, infatti, auspica che i minori fuori famiglia tra 0 e 6 anni siano accolti presso famiglie affidatarie o comunità di tipo familiare. Una soluzione ci sarebbe: che la Regione metta a disposizione dei Comuni adeguate risorse per sostenere, in collaborazione con le associazioni, le famiglie affidatarie nel delicato compito di accogliere questi bimbi e di accompagnarli, per il tempo necessario affinchè il Tribunale per i minorenni assuma le necessarie decisioni per il loro futuro. Oltre ad essere una risposta più confacente ai bisogni di questi piccoli, l’impegno necessario sarebbe notevolmente più basso di quanto prospettato per la sopravvivenza del Cam fino al termine del 2016. Chiediamo al Governo e alla Regione lo stanziamento di un fondo di analogo importo per il rilancio dell’affidamento familiare: sensibilizzazione, preparazione, accompagnamento delle famiglie affidatarie, designazione agli enti locali di un adeguato numero di operatori sociali e loro continua formazione. Ai.Bi., ANFAA, CNCA, e il Centro Ausiliario per i Problemi Minorili esprimono la loro disponibilità a mettere a disposizione le proprie famiglie e auspicano la creazione di un Tavolo di lavoro, così come proposto dall’onorevole Brambilla, a cui possano sedere però con la Regione Lombardia anche i Servizi Sociali dei Comuni interessati, il Tribunale per i Minorenni e le Associazioni disponibili al fine di dare un futuro in famiglia ai bambini del Cam e di affrontare tutte quelle situazioni che come questa non sono la miglior risposta per un bambino allontanato dalla propria famiglia; ed infine individuare una strada e una prassi operativa condivisa per la speciale accoglienza dei bambini piccolissimi che, come la norma afferma, devono sempre essere affidati ad una famiglia.
Ai.Bi. Amici dei Bambini
Anfaa Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
C.A.M. Centro Ausiliario per i Problemi Minorili CNCA Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza
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